Igiene personale sostenibile, una scelta a favore di tutti

Come diventare consumatrici consapevoli e attente al futuro dell’ambiente partendo dalle scelte legate ai prodotti per l'igiene personale.

Igiene personale sostenibile, una scelta a favore di tutti

Come diventare consumatrici consapevoli e attente al futuro dell’ambiente partendo dalle scelte legate ai prodotti per l'igiene personale.

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Al giorno d'oggi, l’attenzione nei confronti dei temi dell’ecologia e della sostenibilità sono imprescindibili per chiunque, anche e soprattutto per tutte le donne che vogliono fare scelte consapevoli per il benessere del loro corpo.
E fare la differenza è davvero possibile: scegliere prodotti cosmetici “verdi", come creme e trucchi rispettosi dell'ambiente, oppure optare per prodotti dedicati all’igiene personale meno impattanti dal punto di vista delle emissioni di CO2 sono ottimi modi per diventare persone che, non solo tengono alla propria salute, ma hanno un occhio di riguardo anche nei confronti degli altri. Vediamo, allora, quali sono le possibilità per chi sceglie di prendersi cura del proprio corpo e dell’igiene personale in modo sostenibile.

Lavarsi sì, ma con i prodotti giusti

Quando si tratta di igiene personale, ci sono persone che fanno scelte radicali come quelle che hanno deciso di abbracciare la causa del cosiddetto “unwashed”. Si tratta, in buona sostanza, di ridurre al minimo sindacale il numero di docce e quindi avere come conseguenza un minor consumo di acqua e un minor spreco di prodotti per pelle e capelli potenzialmente dannosi. Ma come fare se questo tipo di scelta sembra un po’ troppo estrema? È possibile avere soluzioni alternative, più ecosostenibili, e allo stesso tempo mantenere un numero giusto di docce a settimana? La risposta è sì.

La prima soluzione che viene in mente è l’utilizzo dello shampoo solido: simile a una saponetta, basta strofinare le mani già bagnate per avere sufficiente prodotto per lavarsi i capelli. I vantaggi ecologici? Il packaging, ovvero la confezione, è praticamente inesistente, e quindi non c’è plastica da smaltire e la durata di una sola saponetta di shampoo solido è molto più lunga di quella di una normale confezione di shampoo liquido: per questo motivo si risparmia sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della quantità di shampoo prodotta e distribuita. In poche parole, anche la filiera a monte dello shampoo è più ecologica. 

No siliconi e no solfati

In generale, quindi, è preferibile scegliere di usare saponi solidi rispetto a quelli liquidi, meglio ancora se composti di elementi naturali, biologici e prodotti artigianalmente. Il tema del biologico ci porta verso un altro argomento che non si può ignorare quando si parla di igiene personale sostenibile, ossia la presenza di siliconi e solfati nelle miscele dei prodotti.

I siliconi sono dei polimeri prodotti artificialmente, mentre i solfati sono dei metalli composti contenenti, tra gli altri, lo zolfo: entrambi sono ingredienti sembrati per lungo tempo imprescindibili negli shampoo e nei saponi dedicati all’igiene personale. Ad esempio, per quanto riguarda il cuoio capelluto, siliconi e solfati sono capaci di donare setosità e lucentezza in breve tempo a scapito, però, di un indebolimento a lungo termine degli stessi capelli. Senza contare la quantità di emissioni di anidride carbonica derivante dalle aziende produttrici. Come fare, allora, a rimanere lontani dai prodotti contenenti siliconi e solfati? Anche in questo caso, la risposta è relativamente semplice: puntando su saponi secchi, composti solo da ingredienti naturali come l’amido e l’argilla.

Per fare questo, basta leggere attentamente l’etichetta: se leggi qualcosa come dimethicone, cyclomethicone o simili fai attenzione perché si tratta di siliconi.

Routine ecosostenibile: quale trucco usare

C’è un’altra faccia della cura personale, oltre a quella dell’igiene intima, che sta affrontando un periodo di forte cambiamento in ottica “verde”, ed è quella della cosmesi. Secondo una stima di Quantis (fonte: Cosmetica Italia), il contributo del settore cosmetico alle emissioni globali di gas serra si aggira tra lo 0,5% e l’1,5%. Il problema si spalma lungo tutta la catena produttiva: le materie prime con cui fare creme e trucchi che hanno un impatto del 10% sulle emissioni di CO2, il packaging che impatta per il 20%, il trasporto per il 10% e infine l’uso finale da parte di consumatori e consumatrici, il valore più alto, pari al 40% di emissioni di anidride carbonica. Tutte queste cifre non fanno altro che riaffermare un concetto semplice: bisogna usare trucchi, creme e prodotti ausiliari sostenibili. Ma cosa vuol dire? Oltre ad esempio a sfruttare dischetti struccanti riutilizzabili in cotone, possiamo optare per prodotti cosmetici derivati dalla lavorazione di alimenti. Recentemente, ad esempio, sono iniziati degli studi che vorrebbero creare creme a partire da zenzero, basilico e alcune tipologie di scarti agricoli.

In questo modo il cerchio della sostenibilità si chiuderebbe perfettamente.

Attenzione al packaging

“Non giudicare un libro dalla copertina” diceva un vecchio detto, ma in questo caso facciamo un’eccezione. Il settore cosmetico è uno di quelli maggiormente condizionato dalle belle confezioni che, come visto sopra, da sole contribuiscono al 20% delle emissioni di CO2 di tutta la filiera produttiva. Ecco perché un’altra scelta sostenibile è quella di prediligere trucchi, creme e altri prodotti cosmetici contenuti in scatole riutilizzabili, riciclabili o compostabili. In questo senso, una frontiera da esplorare sono le bioplastiche, derivate ad esempio dal mais: sono facilmente degradabili e non comportano particolari rischi per l’ambiente. In fondo quello che conta è informarsi bene su cosa si compra e leggere attentamente le etichette, è un piccolo gesto che può fare una grande differenza.

Mestruazioni sostenibili

Nell’ambito della nostra igiene personale sostenibile non può certo mancare l’attenzione al ciclo mestruale e a tutte le possibilità che oggi le donne hanno per vivere con serenità il periodo delle mestruazioni rispettando l’ambiente. LadyP è tutto questo: assorbenti 100% in cotone, biodegradabili e compostabili. La fibra in 100% cotone dentro e fuori assicura ipoallergenicità, comfort e morbidezza al contatto con la pelle e permette di affermare di essere “ecologiche” anche in quei giorni del mese: il materiale dell’assorbente è totalmente naturale, biodegradabile e compostabile e il packaging in cartone riciclato contiene molta meno plastica di quelli tradizionali. Inoltre, per le donne che cercano soluzioni diverse, le alternative non mancano. Ci sono le mutande lavabili, comode e fatte di materiali capaci di assorbire i flussi mestruali: possono essere sfruttate più mesi prima di essere sostituite con un nuovo paio. Oppure le più note coppette mestruali, un piccolo dispositivo facilmente sterilizzabile, generalmente in silicone, che raccoglie il flusso direttamente da dentro. Anche in questo caso non si tratta di un dispositivo usa e getta e in base alla qualità del prodotto è possibile utilizzare la coppetta per più mesi consecutivi. 

Le possibilità per diventare delle orgogliose portavoci di buone pratiche legate alle mestruazioni sostenibili non mancano, la filosofia ecologista di Lady P indica la strada. L’importante è essere consapevoli del proprio corpo, del proprio ciclo mestruale e del tipo di dispositivo che meglio funziona per ognuna: la soluzione giusta si trova sempre! 

Fonti:

Pubmed

Pubmed

Cosmetica Italia

Quantis

Ansa

Cosmesidoc

The Wire

NY Times
 

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