PASSIAMO DALLA TEORIA ALLA PRATICA?
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Si tratta di una malattia invalidante non facile da identificare: impariamo a conoscerla e riconoscerla.
Si tratta di una malattia invalidante non facile da identificare: impariamo a conoscerla e riconoscerla.
Secondo i dati raccolti dal Ministero della Salute, in Italia quasi il 15% delle donne in età fertile soffre di endometriosi: in cifre, sono circa 3 milioni. A livello medico, l’endometriosi è definita una malattia ginecologica benigna ma chiunque conosca una donna alla quale è stata diagnosticata sa che in realtà è molto difficile convivere con questa patologia.
Nonostante questo, c’è una luce in fondo al tunnel: esistono possibilità di trattamento che possono aiutare a superare i momenti più difficili e vivere una vita piena, felice e tranquilla senza dover rinunciare a nulla, neanche alla propria intimità.
Questa malattia femminile interessa l’endometrio, la mucosa che in condizioni normali riveste esclusivamente l’utero esternamente: a causa di un’anomalia, della quale purtroppo ancora non si conosce la causa, nella donna con endometriosi le cellule della mucosa si trovano anche in zone del corpo dove non dovrebbero essere. Queste cellule hanno infatti una sviluppatissima capacità aderente che permette loro, in caso di endometriosi, di avere la possibilità di aderire alle ovaie, all’intestino alla vescica e in generale a tutti gli organi extra-uterini dell’apparato genitale o posizionati vicino a questo.
Statisticamente, secondo i dati del Ministero della Salute, le più colpite sono le donne tra i 25 e i 35 anni ma non mancano casi che interessano ragazze già in giovanissima età, poco dopo la prima mestruazione. Un’ulteriore complicazione legata all’endometriosi riguarda infatti la diagnosi: spesso avviene accidentalmente, durante una visita ginecologica di controllo o un esame richiesto per altri problemi. Essendo una malattia così variabile, è molto importante intervenire subito.
In base all’estensione del problema, l’endometriosi si classifica in stadio minimo, lieve, moderato e grave:
minima, quando le cellule endometriali extra-uterine sono molto poche e localizzate sulla superficie degli organi;
Ma come fare a capire se si soffre di endometriosi? Spesso, infatti, questa malattia è asintomatica e non ha alcuna conseguenza sull’attività sessuale o sulla possibilità di rimanere incinta di una donna. Ci sono, però, dei segnali da non sottovalutare:
Oltretutto, ricorda: l'endometriosi allo stadio moderato e grave è una patologia cronica e invalidante riconosciuta, chi ne soffre può usufruire di esenzioni fiscali rispetto alle visite e alle prestazioni specialistiche richieste per la terapia.
Essendo un’anomalia dell’endometrio uterino, quindi un qualcosa che interferisce con la natura dell’apparato genitale femminile, è lecito avere dubbi che chi ne soffre possa avere problemi dal punto di vista della fertilità. Attenzione: nonostante sia vero che le donne affette da endometriosi hanno più difficoltà a rimanere incinte, i due eventi non sono per forza correlati. Anzi, le terapie di cura tengono conto proprio di questa variabile e la cosa migliore è rivolgersi il prima possibile a uno specialista che possa consigliare il percorso più sicuro per la donna. L’impatto della malattia è molto forte anche a livello psicologico, per non andare nel panico è essenziale conoscere il problema ed essere consapevoli di tutte le possibilità in campo. Per prima cosa, se si hanno dubbi, prenotare una visita ginecologica approfondita e un’ecografia pelvica.
Se gli esami segnalano a tutti gli effetti la presenza di una forma di endometriosi, il ginecologo o la ginecologa di fiducia raccoglierà tutte le informazioni necessarie per impostare la terapia migliore e affrontare il caso specifico.
Se la patologia è a uno stadio lieve o iniziale, i sintomi sono scarsissimi o inesistenti e all’orizzonte non c’è l’idea di avere un figlio, non c’è bisogno di modificare abitudini ed è sufficiente seguire uno stile di vita sano. Mangiare cibi ricchi di fibre e vitamine, non esagerare con fumo e alcol e fare regolarmente esercizio fisico sono i tre pilastri fondamentali per prevenire un peggioramento. Inoltre, in questo caso, usare assorbenti confortevoli è essenziale per non sentirsi ulteriormente in difficoltà. Lady P ti assicura il massimo assorbimento e la minima irritazione grazie al 100% cotone biodegradabile e compostabile, una rivoluzione in tema di benessere personale.
Se la patologia si trova ormai a uno stadio avanzato, si aprono sostanzialmente due scenari possibili: la terapia medica oppure l’intervento chirurgico.
La terapia farmacologica prevede essenzialmente assumere pillole progestiniche (le pillole anticoncezionali) per alleviare i sintomi, alcune volte eliminando anche la pillola “di pausa”, ovvero eliminando del tutto le mestruazioni se queste provocano un dolore eccessivo. Questa decisione, eventualmente, va presa di comune accordo con il medico che conosce bene la storia clinica. D’altro canto, l’intervento chirurgico mirato sull’organo e sui tessuti interessati da endometriosi ha il beneficio di eliminare il problema nell’immediato, ma lo svantaggio di non essere sempre risolutivo sul lungo termine: come ogni cellula, anche quelle endometriali si riproducono all’infinito e la patologia potrebbe ripresentarsi.
In generale, comunque, se una donna affetta da endometriosi ha intenzione di avere dei figli, è bene che programmi insieme al suo medico di fiducia la terapia migliore.
Il benessere intimo è una cosa seria!
Se sei alle prese con problematiche che non avevi mai avuto, se i fastidi connessi al ciclo mestruale si intensificano o noti cambiamenti intimi, non esitare: parlane con un medico.
Solo uno specialista può aiutarti a chiarire ogni dubbio e ritrovare il benessere.
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