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Dai farmaci ai diversi dispositivi anticoncezionali. Ritardare le mestruazioni è possibile, ma attenzione a non esagerare. Ecco qualche consiglio utile!
Dai farmaci ai diversi dispositivi anticoncezionali. Ritardare le mestruazioni è possibile, ma attenzione a non esagerare. Ecco qualche consiglio utile!
I motivi che inducono una donna a decidere di ritardare l’arrivo delle mestruazioni possono essere tanti e diversi tra loro. Può trattarsi di un evento importante per il quale si preferisce essere al top della forma, una questione medica o una scelta semplicemente personale. In ogni caso, ritardare il ciclo mestruale è possibile ed è bene conoscere tutti i metodi per farlo, in modo da scegliere quello più sicuro per sé. Prima di tutto, comunque, è importante confrontarsi con il proprio medico ginecologo di fiducia: solo lui può dire se, in base alle condizioni di salute, ritardare il ciclo sia una scelta percorribile oppure no.
Innanzi tutto, è possibile provare a ritardare l’arrivo delle mestruazioni senza per forza ricorrere a un qualche metodo farmacologico. In effetti, se lo scopo è quello di rimandare solo di qualche giorno il flusso, potrebbe essere sufficiente un cambio di alimentazione e un regime di esercizi fisici più intenso del solito. A livello di dieta, è bene ricordare che la produzione di ormoni può essere condizionata da quello che si mangia: nutrirsi di lamponi, lenticchie, altri legumi e condimenti a base di limone aiuta a ritardare l’arrivo delle mestruazioni. Al contrario, mangiare zenzero, papaia, peperoni e altri alimenti più “pesanti” ne incentiva l’arrivo. D’altro canto, intensificare le sessioni di palestra, di corsa o di allenamenti dello sport che si pratica serve a controllare l’arrivo delle mestruazioni. Ovviamente, il grande vantaggio di questi metodi è l’essere completamente naturali, ma la loro efficacia è variabile e assolutamente non paragonabile a quella, ad esempio, dell’assunzione di un farmaco.
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L’uso di farmaci specifici è il metodo più noto e condiviso per ritardare le mestruzioni. Il primo metodo è quello della pillola anticoncezionale. La normale prescrizione di questo contraccettivo prevede l’assunzione di una pasticca a base di estroprogesterone ogni giorno per 21 giorni consecutivi, e l'assunzione di una pasticca placebo per i successivi 7 giorni, durante i quali la donna ha delle perdite controllate. Alla fine di questa settimana di pausa, si riprende l’assunzione della pillola estroprogestinica. È però possibile bloccare anche questo ridotto flusso di sangue semplicemente saltando la settimana di pillole placebo. In questo modo è possibile ritardare l’arrivo di ciclo anche per più mesi, di fatto fino a quando la donna lo ritenga opportuno, a patto ovviamente di non subire qualche danno a carico della salute personale. Un altro farmaco notoriamente utilizzato per questo scopo è il Noretisterone, un tipo di progestinico che può essere prescritto anche per contrastare disturbi pesanti del ciclo come endometriosi e sindrome premestruale. Anche in questo caso è il principio attivo del Noretisterone che blocca il flusso di sangue mestruale ma attenzione: se viene preso con leggerezza, senza informarsi o seguire le indicazioni del medico, può provocare anche vertigini, gonfiori e difficoltà respiratorie.
Rimanendo nel campo degli strumenti anticoncezionali a disposizione delle donne, è possibile annoverare la spirale intrauterina come valido metodo “ritarda ciclo”. Piccolo dispositivo di forma variabile, è progettato per essere inserito nel collo dell’utero ed è dotato di una membrana contenente una versione sintetica dell’ormone progesterone. Questo viene rilasciato lentamente nell’organismo e blocca di fatto l’ovulazione, causando una consistente riduzione del flusso o un eventuale blocco totale dello stesso. In maniera simile lavora anche un altro dispositivo anticoncezionale, l’anello vaginale. Va inserito e mantenuto per 3 settimane e tolto per una, durante la quale compare il flusso. Per ritardare le mestruazioni di un mese o più, basta inserire subito un nuovo anello allo scadere delle 3 settimane: inizialmente potrebbero comunque esserci delle leggere perdite ma con il tempo l’organismo si abitua e il ciclo si stabilizza.
Non esiste un’unica risposta corretta a questa domanda: per ognuna è diverso, perché il ciclo mestruale di ogni donna ha caratteristiche a sé. In linea di massima, si possono indicare alcuni rischi che si corrono se ritardiamo troppo spesso e troppo a lungo il normale ciclo mestruale. Ad esempio, l’ambiente uterino potrebbe stressarsi sul lungo periodo, oppure un’alimentazione scorretta potrebbe portare con sé qualche disturbo alimentare serio (anoressia, bulimia). Ancora, modificare la regolarità del ciclo potrebbe essere causa di problemi cardiovascolari, di osteoporosi, di osteopenia o forme di dismetabolismo, irsutismo e iperandrogenismo. Si tratta di risvolti negativi che possono presentarsi nel momento in cui si agisce sui valori ormonali del corpo, ma non ci sono studi incontrovertibili sul tema. Nulla vieta davvero di ritardare o bloccare il ciclo mestruale, per alcune donne che soffrono molto i disturbi correlati può rivelarsi perfino un toccasana. L’importante, però, è non esagerare e scegliere il metodo meno pesante in base alla tua fisiologia: è impossibile determinare con certezza le conseguenze a lungo termine di uno squilibrio ormonale, per cui è sempre meglio non rischiare. In ogni caso il consiglio da tenere sempre presente è quello di affidarsi a un ginecologo che ci possa seguire in caso di disturbi e problematiche.
Il benessere intimo è una cosa seria!
Se sei alle prese con problematiche che non avevi mai avuto, se i fastidi connessi al ciclo mestruale si intensificano o noti cambiamenti intimi, non esitare: parlane con un medico.
Solo uno specialista può aiutarti a chiarire ogni dubbio e ritrovare il benessere.
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